Intrecciare nuove conoscenze

SALICEVIVO e l’arte di intrecciare nuove conoscenze

Mi sono imbattuto nell’arte dell’intreccio una sera che cercavo informazioni sui salici tramite internet. Frequentavo da diversi anni
Facebook e su questo social network ho incontrato Betta Calzini, un’instancabile intrecciatrice di Urbino.
Non so se credere o meno alle coincidenze ma in questo caso mi sembra proprio che valga la pena di crederci. Io cercavo delle talee di salice e lei, con il suo bel sorriso che connotava la sua bontà d’animo, guarda caso le coltivava in vaso e si rese subito disposta a regalarmele.

zuffo_01 zuffo_02 zuffo_03

Chattammo per alcune serate dopodiché ci mettemmo
d’accordo per incontrarci ad Urbino dove mi avrebbe dato le tanto sospirate talee di salice da piantare nel mio “Sito dei sogni” in altavaltramigna nella Lessinia orientale.Dopo quell’incontro ne seguì un altro dove venni invitato insieme a mia moglie Elis, ad una serata presso “la casa delle vigne”un centro di educazione ambientale dove si stava svolgendo un corso di cesteria. Li conobbi Viviana Reggiani, Enzo Fucili, Carlo Borghi ed il resto dell’Associazione Salicevivo.

zuffo_04 zuffo_05 zuffo_06

Mi si aprì come d’incanto un nuovo mondo fatto di gesti antichi e di saperi quasi dimenticati dall’uomo: l’arte dell’intreccio. Dopo di quell’incontro nulla più fu come prima. La passione dell’intreccio ci prese a tal punto da spingerci a sperimentare nuove tecniche e nuovi materiali oltre al cesto della Lessinia che già sapevo fare. Il nuovo cesto marchigiano ci intrigava grazie agli insegnamenti degli
urbinati. La ricerca dei materiali e la conoscenza delle nuove varietà di salici ci permise di utilizzare materiali prima sconosciuti e soprattutto ci stimolò ad “imbarcarci” in nuove avventure come la frequentazione di feste e fiere paesane dove poter sfoggiare la neonata passione per l’intreccio.

zuffo_07 zuffo_08 zuffo_09

Venimmo invitati altre volte ad Urbino dove l’ospitalità di Viviana e Marco superava ogni aspettativa per degli amici appena conosciuti. Nel loro stupendo casolare del ‘400 situato sulle colline a ridosso di Urbino vige un unico e condiviso modo di vivere: fare della cultura dei saperi una ragione di vita (compresa l’arte dell’intreccio).
Ora che io ed Elis siamo diventati “cestai per passione” siamo stati fagogitati dalla Ringaja, il gruppo storico degli artigiani della montagna veronese, e giriamo con il nostro laboratorio itinerante di paese in paese facendo conoscere quest’arte che rischiava di scomparire.

Organizziamo corsi di cesteria ovunque ci chiamino e la soddisfazione che proviamo nell”avviare nuovi adepti all’intreccio è grande. Ma tre volte all’anno, cascasse il mondo, dobbiamo tornare laddove ci è stata data la possibilità di iniziare un percorso di apprendimento praticamente infinito perchè inesauribile: Urbino.

zuffo_10 zuffo_11 zuffo_12

Con i suoi momenti gioviali della capatura, con “mani che intrecciano” che ci permette d’incontrare cestai di altre regioni, e con la Festa del Duca di ferragosto dove per tre giorni in abiti medievali diamo il meglio di noi cestai intrecciando ed esibendo i nostri manufatti nel centro d’Urbino dando la sensazione ai visitatori di rivivere quel periodo storico illuminato  che l’ha portato ad essere centro d’interesse per l’arte e la cultura.

Caio il cestaio