Mani che intrecciano – edizione 2017
Organizzato da SALICEVIVO DATA EVENTO: sabato 17 e domenica 18 Giugno 2017
Visto il successo delle precedenti edizioni Salicevivo si appresta ad organizzare la terza edizione di “Mani che intrecciano” .
La manifestazione è riservata principalmente ad artigiani e artisti cestai e intrecciatori di materiali naturali, ma è aperta anche ad altri materiali (carta, metallo…) e tecniche di intreccio quali macramè, tombolo, tessitura (telai di ogni tipo), forcella, sprang e nalbinding (per tutte queste è previsto un solo posto per ogni tecnica)…
I PARTECIPANTI DI QUESTA 3° EDIZIONE
Salicevivo (Marche) – cesteria
Marco Gentili (Toscana) – cesteria
Cristiano Cesare Mariani (Toscana) – creazioni in erbe palustri
Gianfranco Becu Pireddu (Sardegna) – cesteria
Andrea Perrotta (Calabria) – cesteria
Giovanni Claudio Zuffo ed Elis Mirandola (Veneto) – cesteria
Giuseppe Munforte (Sicilia) – cesteria
Enrico Diodato (Campania) – impagliatura sedie
Anna Boin (Veneto) – cesteria
Maria Rita Montori (Marche) – tombolo
Francesco Perticone (Sicilia) – cesteria
Francesco Di Nicola (Lazio) – cesteria
Noa e famiglia (Umbria)
Piazza San Francesco, Urbino – PU
Puoi anche visitare il sito web dedicato a MANI CHE INTRECCIANO con l’elenco dei partecpanti aggiornato
Severino “Riné” Todari è l’indiscusso maestro del crino marchigiano (o crina, a seconda delle zone), ha imparato da suo padre quando era bambino e ha fatto crine e crinelle per tutta la sua vita, oramai sono 75 anni di “mestiere”: un’istituzione. Io ho avuto il piacere di incontrarlo un paio di volte negli ultimi anni, l’ultima qualche giorno fa quando siamo andati a trovarlo a casa sua a San Lorenzo in Campo.
Complice la bella giornata, ci aspettava sulla strada, col suo bastone e ci ha apostrofato: “stavo facendo un giro, non arrivavate mai!”. Severino, da quel che lo conosco è così, diretto e onesto, uno cui piace la battuta e te la dice con l’occhio che già ride.
Entriamo nel laboratorio e immediatamente ci accorgiamo che, nonostante l’età e gli acciacchi, ancora lavora e tanto. Sulla parete
ci sono appesi ad asciugare cesti da pesca e crinelle alternati in bell’ordine, sul tavolo sottostante panari e cesti elaborati.
Sedie di legno con sedute rifatte in salice bianco stanno sparse un po’ ovunque, il camino è acceso e gli attrezzi sono sul bancone
da lavoro (assieme ad un fondo rotondo di salice bianco ben stretto nella morsa): li ha affilati in attesa del nostro arrivo, pensava volessimo lavorare con lui e ce li ha preparati.
Un gesto gentile di una persona gentile che ha sempre condiviso con piacere le sue conoscenze con tutti quelli che hanno chiesto di imparare. Già perché Severino è una di quelle rare persone che è felice di insegnare tutto quello che sa, un maestro nel vero senso del termine, competente e saggio, ma al tempo stesso di un’umiltà disarmante: cosciente che l’arte della cesteria è un patrimonio immenso, è sempre curioso di farsi mostrare tecniche o materiali che lui non conosce, e ti osserva e ascolta con attenzione, facendoti domande mirate e finendo per capire e imparare nel giro di pochissimo tempo.
Abbiamo passato un’oretta a guardare i suoi lavori chiacchierando di lui, di tecniche e di materiali, Daniela gli ha chiesto dove avesse imparato a fare certi motivi che ricorrevano nei cesti ancora freschi in bella mostra sul bancone e lui con aria sorniona le risponde che quelle sono “todarate”, ovvero invenzioni tutte sue, viste chissà dove e rifatte con estrema sapienza. Lo stesso è per le sedute in salice bianco, ha preso l’abitudine di rifare col salice quello che tutti gli
altri fanno con la corda!
Scendiamo in cantina a vedere il salice raccolto e messo a bagno in attesa che sia il momento di sbucciarlo. Da qualche anno è il
genero che pota i salici per lui, Severino non deve fare sforzi, anche se scopriamo dai simpatici battibecchi con Maria, sua moglie, che Riné non è così ligio come vorrebbero… “faccio quello che mi sento e che ho voglia di fare… perché, se non ho voglia di fare una cosa che non mi va giù, manco morto!” e ride, con Maria che lo redarguisce perché comunque ne fa troppe. Sono insieme da 58 anni e sono bellissimi da vedere, lui sereno e tranquillo, lei si agita e va in confusione. Lei dice una cosa e lui obbedisce facendo un po’ come vuole… e sorridono. Sorridono tanto, lui fa battute e lei ammette che fa “cagnare a fondo perduto”, nel senso che tanto sa che è un gioco di equilibri e a volte vince e a volte no.
Saliamo a prendere un caffè, Severino e Maria hanno una bella famiglia, figli, nipoti e pronipoti, le cui foto stanno sparse un po’
dappertutto, persino su un cuscino. Ai muri alcune foto dei “momenti di gloria” di Severino (la partecipazione a Geo&Geo) e il
premio che gli abbiamo dato noi lo scorso anno. Si chiacchiera e lui ci racconta della sua vita, è sereno e felice di quel che ha fatto e di quel che ha costruito col suo lavoro, un uomo in pace con se stesso e col mondo. “Severino, il momento più bello?” chiede Viviana, e lui ci racconta che la più grande soddisfazione della sua vita è stata quando riuscì a trasferirsi in quella casa e in quel podere e portando con lui suo padre anziano e malandato.
Il primo anno che si trasferirono, avendo piantato già la vigna mentre tiravano su la casa, poterono fare la vendemmia e nonostante le difficoltà Riné volle portare il padre in cima alla vigna sulla sommità della collina dietro casa e da lì suo padre, mezzadro per tutta la vita, vide e si rese conto che quell’uva e quella vendemmia erano finalmente tutte loro. Questo e altri ricordi di famiglia sono le medaglie di cui Riné va giustamente fiero.
Alla domanda di Daniela: “Ma Severino, voi, cos’è che desiderate adesso?” lui ridacchia guarda fuori della finestra e risponde: “e che desidero? Di vedere il mondo non è cosa, tanto lui va avanti senza di me. Vedi, io mi metto qua, guardo San Lorenzo… di giorno vedo le case… di notte le luci… e che desidero?” e ti sorride. Un uomo sereno, felice di quel che ha, fiero di quel che ha fatto, curioso di imparare ancora come pochi, sempre disponibile, in definitiva un gran maestro e una gran persona, perché come dice un mio amico catalano “non puoi essere uno se non sei prima l’altro”.
Il Cesto catalano – CISTELL DE BOLETS Novembre 2013
Nel mese di novembre 2013, l’Associazione SaliceVivo ha organizzato un corso sul più tradizionale dei cesti catalani: il “CISTELL DE BOLETS”, cioè il cesto per funghi della regione spagnola della Catalogna. Il corso si è tenuto nella sede di SaliceVivo da Josep Mercader e sua moglie Magda, con la partecipazione di numerosi soci.
Il cesto per funghi o “cesto catalano” – come viene chiamato in Italia – è un cesto ovale, di salice e canna nella sua variante più tradizionale, con un fondo a griglia (cul de queixal) che è più rotondo e piccolo rispetto alla bocca del cesto, che tende ad essere ovale. Il manico, di solito, è “posticcio” e avvolto da vimini: un’arco di salice grosso che è ricoperto da alcuni montanti.
Si tratta di un cesto veramente robusto e polifunzionale: non solo per funghi ma anche per fare la spesa, raccogliere frutti dall’orto e altri “lavori” gravosi.
Josep Mercader è un professionista della cesteria; i suoi lavori spaziano dalla cesteria tradizionale alle architetture con materiali vegetali.
Sua moglie, Magda, si dedica anche lei alla cesteria, intrecciando e sperimentando materiali diversi, ad esempio ceramica e salice.
Sia per i partecipanti, sia per i docenti che hanno tenuto il corso, si è trattato di un’esperienza unica ed eccezionale a livello professionale e personale.
Per sapere di più su quanto realizzato in questo corso potete consultare l’articolo sul blog di Josep Mercader
leggi anche “Prima del cesto“, riflessioni di Valentina Spinetti
Mani che intrecciano – edizione 2016
Organizzato da SALICEVIVO DATA EVENTO: sabato 18 e domenica 19 Giugno 2016
Salicevivo organizza a Urbino, in Piazza San Francesco, il 18 e 19 giugno 2016, la seconda edizione di “Mani che intrecciano”. La manifestazione è riservata principalmente ad artigiani e artisti cestai e intrecciatori di materiali naturali, ma è aperta anche ad altri materiali (carta, metallo…) e tecniche di intreccio quali macramè, tombolo, tessitura (telai di ogni tipo), forcella, sprang e nalbinding (per tutte queste è previsto un solo posto per ogni tecnica)… continua a leggere.
I PARTECIPANTI DI QUESTA EDIZIONE
salicevivo – cesti (marche)
david e andreina dell’arte dell’intreccio – cesti (umbria)
silvia onofri – cesti (sicilia)
francesco perticone – cesti (sicilia)
josep mercader e magda – cesti (catalogna, spagna)
noa e famiglia (umbria)
bianca maria tomei – cesti (lazio)
francesco di nicola e vittoria – cesti (lazio)
nicola solimano e gabriela – cesti (lazio)
enrico et – impagliatura sedie (campania)
caio il cestaio e elis – cesti (veneto)
andrea perrotta – cesti (calabria)
carla e teresa di carta e oltre -intreccio carta (lazio)
il merletto dei ricordi – tombolo (marche)
la pao il mercatino – uncinetto e simili (marche)
Tutti i partecipanti di questa edizione, una rassegna fotografica delle due giornate e non solo.
Mani che intrecciano – edizione 2015
Organizzato da SALICEVIVO
Cultura, arte, sapienza del fare con le proprie mani.
Tecniche d’intreccio di vari materiali, vimine, carta, filati.
Tradizione contadina delle nostre regioni. Il sapere dei nostri nonni.
Prima edizione
DATA _ORTO DELL’ABBONDANZA URBINO visita la pagina dedicata